Il sogno infranto
Lo stato di abbandono in cui
versa l’ex Zona 22 è, per molti, un motivo di grande sofferenza.
Vedere quello che è stato e che
avrebbe potuto essere l’invenzione di alcuni giovani di qualche anno fa ridotto
in uno stato di abbandono tale lascia smarriti e increduli di come un ideale di
vita sia diventato un luogo morto e abbandonato.
Quello che qualche anno fa
sembrava un sogno, un’utopia e che stava concretizzando il senso di un
cambiamento nella monotona vita della nostra società è svanito nel nulla.
Quando si iniziò quell’avventura
nessuno si preoccupò delle conseguenze, anche legali, che il tentativo di far
nascere un luogo di aggregazione su un terreno di proprietà delle FS e che era
stato abbandonato a sé stesso poteva comportare.
Il commento più ricorrente era
di far apparire quel tentativo come un disegno illusorio da parte di un gruppo
di giovani esaltati che cercavano di dare un senso nuovo alla vita quotidiana.
Ma l’attività andò avanti e la
frequenza di quel luogo diventava sempre più viva e queste foto lo testimoniano:
Foto
1
Foto 2
Foto 3
Non c’era niente, ma quel
niente diventò un qualcosa di vivo, uno scambio di idee e una vita sociale
diversa e reale.
Poi, all’improvviso tutto finì,
il movimento si trasformò e divenne forza politica che passò ad operare su un
altro piano, quello “normale” delle istituzioni abbandonando quella che sembrava
una nuova via.
Furono presentate liste
elettorali che, appoggiate dal movimento dei cittadini che guardavano ad essi
come i portatori di una nuova idea di cambiamento, in poco tempo portarono i
candidati ad insediarsi sugli scranni del Comune e quella che, agli occhi di
tutti, poteva essere se non la conclusione di un processo di cambiamento, ma un
proseguimento di un sogno divenne la fine di tutto, il ritorno alla normalità e
la fine della trasgressione.
Quello che è stata l’esperienza
di Zona 22 è finita nel dimenticatoio e quelli che allora furono gli autori di
quel tentativo vivono, probabilmente in maniera diversa, il senso della
delusione, della nostalgia o del rimpianto per non aver saputo far crescere un
sogno, un’utopia.
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