Nell'aprile del 1994 ricevemmo da Pietro Cupido, e che pubblicammo su "La Ginestra", un documento che parlava della storia della Marina e del suo porto.
Il documento era stato redatto da Gino Albi, un signore che aveva trascorso gli anni della sua prima gioventù lungo le coste abruzzesi
Una constatazione dolorosa
"Dell'antico splendore di San Vito nulla rimane ad eccezione dello spirito marinaro degli abitanti che, in buon numero, traggono benefici dal mare od esercitano professioni ad esso attinenti.
A S.Vito si costruiscono e si riparano navi addette sia alla pesca che al cabotaggio e, tale industria, vi prospera in modo continuo mentre non si manifesta in nessun altra località costiera.
Con l'industria delle costruzioni navali è connessa la vendita degli attrezzi d'armamento: vele, cavi, reti, catrame, provviste di bordo.
L'industria della pesca esercitata al largo è molto proficua anche per le speciali condizioni delle correnti che risalgono Punta Penna.
Sulla costa si svolge un modesto, ma continuo traffico marittimo esercitato da velieri in navigazione internazionale, di scalo e di cabotaggio.
Portano per lo più legname, agrumi e carrube, e non è raro il caso che partano con carichi di laterizi dalle vicine fornaci.
Legnami ed agrumi, oltre che al consumo locale, servono al consumo di Lanciano, di cui la spiaggia di S.Vito rappresenta lo sbocco sul mare.
Nel 1907 il movimento marittimo fu rappresentato da 47 velieri i quali scaricarono tonn. 441 di merci provenienti dall'estero e tonn. 147 dal Regno; cioè in totale 588 tonnellate e tali velieri caricarono solo 97 tonnellate di merci in partenza per l'estero.
Nel 1911 i velieri furono 39 con tonnellate 689 di e nel 1913 il movimento è dato dalla tabella che segue:
Queste cifre dimostrerebbero una diminuzione del traffico, il quale già di per sè è tanto modesto; è una constatazione dolorosa per che si occupa di esporre le condizioni marittime della costa abruzzese.
Ma si capisce che non vi può prosperare il traffico, là dove le disperse energie sono spesso in contrasto, senza aiuti ed incoraggiamento e soprattutto senza una direttiva economica.
San Vito avrebbe un grande beneficio dalla costruzione di un pontile di approdo e dalla sistemazione di una boa di ormeggio: è l'attrezzatura che lo Stato dovrebbe dare ad ogni spiaggia per far raccogliere i modesti benefici derivanti dal piccolo traffico di cabotaggio.
Oltre ad avvantaggiarsi da tale sistema di scarico i velieri che frequentano la rada, potrebbero esservi scaricati i galleggianti provenienti dalla vicina Ortona per tutte quelle merci che, dirette a Lanciano, non trovano conveniente seguire il percorso in ferrovia, tanto più che la stazione ferroviaria dista dalla città.
Il compito di far studiare le condizioni locali e di coordinare le energie individuali spetta al Municipio e, per iniziare questa via, non dovrebbe, ad esso, mancare il consenso unanime dei cittadini."