Vi riporto un articolo di Antonio Iarlori sul "Sant'Andonie" scritto nel 1993 sul giornale "La Ginestra".
Lu Sant'Andonie
Le feste natalizie sembrano proseguire nel nostro Abruzzo in occasione di Sant'Antonio Abate che cade il 17 gennaio.
Intorno a questa data, in molti paesi, si organizzano manifestazioni, tramandate attraverso i secoli, e che sopravvivono ancora oggi.
È da tenere, quindi, in giusta considerazione il proverbio abruzzese
Pasque Befanije
Tutte le feste porte vije
Arivè Sant'Andonie
N'ariporte nu cajone
Il "Sant'Andonie" più conosciuto nel nostro paese è senza dubbio quello inerente le cosiddette "tentazioni".
Antonio De Nino, grande cultore di tradizioni popolari, così lo descriveva nel 1881:
"La vigilia del Santo, verso le otto o nove di sera, girano alcune compagnie di sonatori; e, innanzi a ciascuna, va Sant'Antonio vestito da abate, con la mitra; o da eremita, col camice bianco, cappotto nero, cappello eremitico, lunga e candida barba, fiamma di scarlatto in petto, bisacce sulle spalle, bastone forcuto e campanella in mano.
Sant'Antonio si ferma e la musica gli fa corona, quando comparisce il Diavolo, uno vestito di rosso, col forcone, con le corna ritorte, ossia con peperoni rossi sul capo e cominciano le tentazioni diaboliche; e che pazienza, quel povero vecchio!"
Nel corso degli anni sia il testo che la musica hanno subito non poche modifiche, ma la spontaneità è sempre la stessa. (...)
A.I