L'autonomia

   Una frangia, non so quanto cospicua, di abitanti di Sant'Apollinare spera sempre in un ritorno all'autonomia comunale di questa, che attualmente è frazione di San Vito Chietino, ma che in passato vantò per molti anni il titolo di Comune.

   Sul numero de "La Ginestra" del gennaio/febbraio 2001, questo argomento venne affrontato e poichè l'argomento è sempre ricorrente ve lo ripropongo dato che le considerazioni presenti nell'articolo mi sembrano, anche se a distanza di anni, ancora attuali.

Sant'Apollinare e l'autonomia: un sogno realizzabile

   Per una persona che va saltuariamente a Sant'Apollinare le vie frequentate sono via Lanciano, via Nazionale, via Calvario, via Piave, il Belvedere vicino all'antica chiesa di San Rocco, c.so Trieste e Trento e piazza Mazzini dove è possibile ammirare quella che è sicuramente una delle più belle chiese del nostro Comune.

   Gente laboriosa e attiva, che è riuscita a fare dell'agricoltura una vera e sostanziosa attività economica, che all'apparenza sembra aver portato benessere alla cittadinanza.

   Tutto sembra tranquillo e a posto, se non fosse per le continue lamentele di qualcuno che si lamenta dell'abbandono di cui soffre il paese e dell'incuria dell'amministrazione comunale.

   Ma di cosa si lamentano? viene da chiedersi, tutto sembra a posto e il primo giudizio che viene in mente è che si tratta di persone incontentabili, che probabilmente vogliono addirittura il superfluo.

   Se però questa persona esce un attimo fuori dal percorso tradizionale e si avventura tra i vicoletti del paese, che in altri contesti sono caratteristici ed attraenti, si accorge che le cose non stanno poi effettivamente come sembra ad uno sguardo distratto.

   Basta scendere lungo strette viuzze come quelle che portano alla vecchia Fonte e ci si accorge dello stato di precarietà e di abbandono di un tessuto urbano, che ha vissuto passati splendori e che ora è fatiscente, trascurato e pericoloso dove non si passa più nemmeno per effettuare la lettura dei contatori dell'energia elettrica, del gas o dell'acqua.

   Seguitando il tragitto per arrivare alla fontana, si può immaginare la bellezza della vecchia scalinata di ciottoli, ormai ricoperta di erbacce e di immondizie le più disparate.

   "Se non sono state modificate le scalette sono 99" dice un vecchio abitante che ritorna alla vecchia fonte per ricordare, probabilmente, i tempi di una gioventù ormai passata da molto tempo.

   In effetti la memoria di un paese (questa vecchia fontana o il portale d'ingresso del "castello" simbolo di tante battaglie elettorali) sta scomparendo sotto i rovi e il degrado dovuto al tempo che passa, ma quello che non ancora scompare, e che probabilmente, o forse è meglio dire sicuramente, non scomparirà a Sant'Apollinare, è la convinzione di essere una comunità a se stante, l'orgoglio di essere diversi e la caparbietà di poter decidere autonomamente le proprie sorti.

   È chiaro che con l'attuale legislazione l'autonomia amministrativa non potrà essere raggiunta. Infatti sono destinati a scomparire comunità che hanno lo status Comuni, figuriamoci quella che, dal punto legislativo, viene definita frazione.

   Si finirà per schiacciare sempre di più, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista culturale, quelli che, in modo dispregiativo, vengono chiamati "localismi", ma certamente non si potrà impedire all'uomo di pensare, di credere e di sognare.

   Probabilmente sarà questo sogno che farà crollare l'opposizione alla realizzazione dì un'autonomia da sempre rivendicata, anche perché nel momento in cui i sogni finiranno, spariranno anche gli scopi che ognuno di noi si prefigge di raggiungere e che giustificano la nostra esistenza.