La Giustizia

   Nel mese di novembre 1992 il prof. Domenico Policella in un articolo sulla giustizia, pubblicato su "La Ginestra", raccontava come funzionasse la giustizia dalle nostre parti.

   Per fortuna, col passare del tempo, la situazione è migliorata di molto a differenza di tante nazioni dove la situazione raccontata dal prof. Policella è ancora attuale.

   L'articolo verrà pubblicato  in più riprese dato che la formattazione del sito non ne permette la pubblicazione in un solo momento.  

 

   Più di tre secoli fa, il 9 giugno 1685, il notaio Giuseppe Romanelli di "Fossaceca" redige un atto pubblico che viene sottoscritto dai seguenti cittadini di San Vito: Gregorio de Toma, Antonio de Vito, Pietro de Pratis, il nobile de Petro, Antonio de Carolo, Andrea de Nicolao de Intino,  Luca Natarelli  ed il nobile Marco de Sebastiano.  

   Nel!'atto si parla di una Principessa non meglio precisata, di un Preside (che era forse il Governatore della Provincia), di un indefinito sig. Canallo, dl un Mastrodattl (che era l'addetto alla scrittura degli atti giudiziari, nell'antico Regno di Napoli), di un Mastro di Giustizia (che evidentemente era il giudice) e di un boia.

   Nel corso di quell'anno, essendovi una grave carestia dì generi alimentari, la misteriosa Principessa avrebbe fatto imbarcane nascostamente del grano, che invece si sarebbe dovuto conservare per le necessità della comunità di San Vito.

   Il Preside in persona si recò, quindi, a San Vito, "a prendere l'informazione" e a interrogare diversi testimoni.

   Il sig. Canallo dava una mano al Preside per "strattonare" gli inquisiti e il Mastrodattl non risparmiava "schiaffi, pugni, ed altri maltrattamenti". (Continua)