Parlar chiaro...
Estrapoliamo da un articolo apparso sul giornale lancianese "La squilla" del 1921 questa frase:
"Alla ventiquattresima ora si voleva concedere il Teatro, ma si voleva imporre un nuovo per quanto vecchio agente il Sig. Francesco D'Orsogna, che doveva papparsi parecchie centinaia di lire senza nulla fare date le esigenze e le difficoltà del servizio."
Il D'Orsogna non è stato zitto ed ha risposto su di un altro giornale lancianese del 1921 "Il Fuoco" in questi termini:
"Il giornale "La Squilla" non suona bene, perchè si permette di molestare anche i santi nelle loro nicchie.
Parlando di teatro nel suo ultimo numero, ha creduto di fare ingiuria a Francesco D'Orsogna, dicendo che costui come agente teatrale mira a papparsi parecchie centinaia di lire senza far nulla.
Tutti sanno che io da un pezzo non sono più agente teatrale, e che lavoro onestamente a casa mia senza disturbare nessuno e specialmente i veri "pappatori" del Fenaroli.
Ho rinunziato all'impiego, perchè mi si voleva imporre il motto d'ordine nelle elezioni, cosa che ad ogni uomo libero fa schifo, e per me, uomo della rivoluzione del '60, rappresenta la massima offesa nel carattere e nella dignità.
Signori Squillaioli, non toccate il culo alla cicala."
Un dialogo d'altri tempi fatto senza peli sulla lingua e che ai nostri giorni porterebbe subito la cosa in mano agli avvocati.