L'indifferenziata
A Roccacastello, piccolo paese di circa cinquemila abitanti, la raccolta differenziata non si può dire che fosse molto praticata e nonostante che la ditta incaricata della raccolta avesse fatto opera di sensibilizzazione al problema, qualche birichino si rifiutava di metterla in pratica.
La ditta aveva provveduto a dislocare nei punti nevralgici del paese delle telecamere e nei luoghi più frequentati quali la piazza principale dove insisteva l'unico bar del paese, una serie di bidoni a più scomparti dove la gente poteva buttare la plastica, il vetro, la carta e l'indifferenziata.
Col passare del tempo, anche i più riottosi, che negavano il bisogno di procedere a questo tipo di raccolta, si adattarono.
La raccolta veniva fatta all'alba sia nei mesi estivi che in quelli invernali oltre che per non dar fastidio all'utenza anche per svolgere in maniera più celere il lavoro.
Un vero paradiso, finchè, una mattina, gli operatori ecologici fecero più tardi del previsto e in piazza c'erano diversi cittadini, che, mentre stavano aspettando l'apertura del bar, si trovarono di fronte ad una scena sconvolgente: l'operatore addetto al recupero dei rifiuti alzò il coperchio del bidone e prelevò i vari contenuti convogliandoli in un'unica busta di plastica che gettò sul camion dell'indifferenziata.
I presenti si guardarono in faccia e si convinsero di quanto fosse vero il motto che così recita: "C'è chi predica bene, ma razzola male".
Come dire, con un azzardo lessicale: voi cittadini differenziate, mentre noi operatori indifferenziamo.