Il volontario
Roccacastello è uno di quei piccoli paesi dove vale la pena godersi la pensione e passare in pace gli anni che restano da vivere, ma stare in ozio tutta la giornata non andava giù ad Antonio e quale migliore attività avrebbe potuto svolgere per impegnare parte del suo tempo?
Ripensando alla sua gioventù Antonio si ricordò di aver frequentato l'università e che le sue conoscenze in matematica erano ancora vive, quindi cosa migliore che dare una mano ai ragazzini del paese in difficoltà con la materia?
Si rivolse presso la locale biblioteca e, d'accordo con la responsabile, organizzò dei corsi di recupero per chi aveva difficoltà con questa materia.
Non è che a Roccacastello i ragazzini fossero molti, ma, considerando i tempi di apertura della biblioteca, non tutti poterono frequentare e si arrivò, come nelle facoltà di medicina, al numero chiuso, anche perchè la voce si era sparsa anche nei paesini vicini e i genitori di altri alunni chiesero di poter iscrivere i loro figlioli.
Antonio chiese alla responsabile della biblioteca di avere una chiave in modo da poter accedere ai locali anche quando la biblioteca era chiusa, ma la burocrazia, i costi del gas per il riscaldamento, siamo in montagna ed il clima non è dei migliori, e il consumo dell'elettricità impedirono che il progetto di Antonio, che offriva volontariamente la sua attività e senza ricompensa alcuna che non fosse la soddisfazione di aiutare il prossimo, fu limitato sia nel tempo che nel numero dei frequentanti.
Viene da chiedersi come mai gli amministratori di Roccacastello non hanno preso al balzo l'occasione che veniva offerta loro per rendere più ampia questa attività culturale cercando di affiancare ad Antonio altri pensionati esperti in altre materie?
E poi non è meglio offrire ai propri concittadini un'attività gratuita, che, visti i tempi che corrono, alleggerirebbe i bilanci familiari non dovendo pagare le cosiddette "ripetizioni"?
Ecco, purtroppo, la dimostrazione che il paradiso in terra non esiste, nemmeno a Roccacastello.