I sanvitesi ed il mare (13)
I problemi che incontravano i vari soggetti impegnati nelle attività portuali erano connessi principalmente alla mancanza di infrastrutture. Nel periodo antico, grazie ad una ferma e rigorosa gestione da parte di Roma, vi fu uno sviluppo abitativo non indifferente favorito anche dalla costruzione della via litoranea. Successivamente e fino agli inizi del 1800 non assistiamo alla stessa evoluzione di altre zone dell’Abruzzo come quella appenninica favorita dal trovarsi su linee di comunicazione tra il centro ed il mezzogiorno d’Italia. Del resto, specialmente durante tutto il medioevo e fino al XIX secolo, si è spettatori delle continue diatribe tra Lanciano ed Ortona basate, soprattutto, sui migliori e più sicuri percorsi per il trasporto delle merci.
A partire dagli ultimi decenni del 1800, con la costruzione della ferrovia e della statale adriatica ed a S. Vito anche della Ferrovia Sangritana, si arriva finalmente ad un assetto infrastrutturale in grado di favorire un flusso commerciale che determinerà anche la crescita dell’insediamento abitativo nella zona costiera. Agli inizi del 1800, infatti, la nostra “Borgata Marina”, così come allora veniva chiamata, vedeva la presenza soltanto di cinque famiglie.[1]
Nel 1938 oltre alle paranze a vela, vi erano presenti 8 barche a motore. I “motori”, così come venivano chiamate le barche motorizzate, tranne qualcuna, non recavano più nomi legati a motivi religiosi: vi era “L’Italia” di Giuseppe Nardone di Umberto (1904), detto “Pippinucce”, “La Freccia d’oro” di Raffaele Di Battista (1903-1952) ma spesso a persone, la “Luciana” di Antonio di Francescantonio (1896), detto “Baffitte”, emigrato poi a Genova, la “Caterina” di Francesco Patone di Giuseppe (1895), la “Checchina” di Vito Iarlori (1900).
[1] Si tratta delle famiglie di Antonio de Nardis, Paolo Patone, Vito d’Angelo, Salvatore del Trocco e Iarlori Domenico oltre ai quattro soldati, non di S. Vito, che risiedevano nella “Torre della Marina”. da non confondere con la Torre della famiglia Scogna raffigurata in molte cartoline di inizio ‘900.