Elezioni 1970 (2) 

 

  L’elezione del sindaco fu un po’ tormentata e si giocò su un solo voto, quello di Catenaro Vittorio, che votò per il candidato sindaco Forlani del PSI, che poteva contare sui voti del suo partito, su quelli della Torre Civica e su quello di Flamminio Antonio, passato dalla DC alla Torre.

  Il voto di Catenaro, non in linea con i deliberati del gruppo consiliare del PCI, che non votò nè il sindaco nè la giunta, costò al consigliere l’espulsione dal partito e provocò una grande lacerazione all’interno della sezione stessa.

  Da quella votazione venne fuori la seguente amministrazione: Sebastiano Forlani (PSI), sindaco, Licio Frattura (Torre), Antonio Flamminio (Torre), Giuseppe Maria Tosto (PSI) e Lino de Nardis (Torre), assessori effettivi; Tommaso Verì (Torre) e Vitaliano Bianco (Torre), assessori supplenti.

  Ma la vita di questa amministrazione fu molto travagliata e la si ricorda anche per un fatto doloroso che niente aveva a che vedere con la politica, la morte prematura di Lino de Nardis, che venne surrogato dal consigliere Rocco Antonio Di Paolo.

  Tutto questo portò Tommaso Verì a sostituire come assessore effettivo il compianto Lino de Nardis e Rocco Antonio Di Paolo ad assumere la carica di assessore supplente.

  Qualche mese dopo si dimise il consigliere Filippo Tosti (Torre), che fu surrogato dal signor Bruno Bosco, mentre il 7 aprile 1971 rassegnò le dimissioni il consigliere Anna Nenna (DC), che fu sostituito dal signor Francesco D’Alessandro.

  Nel periodo che seguì si verificò qualcosa che con termine attuale potremmo chiamare  “ribaltone”; infatti  la vita politica di questo periodo non è stata affatto monotona, tanto che nel mese di dicembre 1972 fu accordata con 10 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto la fiducia al sindaco, mentre nel novembre 1973, sempre sulle dimissioni del sindaco si formò una maggioranza composta da PSI, Torre, due dissidenti della DC e un dissidente del PCI, partito questo che qualche tempo più tardi diede il suo appoggio esterno all’amministrazione e qualcuno ebbe a riflettere se fosse stato un bene cacciare un consigliere comunale (Catenaro Vittorio) che aveva solo anticipato i tempi.

  L’ultimo colpo di scena ci fu nel giugno del 1974, con la legislatura ormai arrivata alla sua scadenza, con le dimissioni degli assessori comunali, che le ritirarono durante la discussione e con una seduta, molto movimentata, che fu sciolta per mancanza del numero legale.

   La legislatura comunque finì nel novembre dello stesso anno con l’arrivo del commissario prefettizio.