"A dema fà riminì quille?"
Alcuni anni fa. anni '90, ci fu l'esperimento "Ginestra", che fu un cambiamento epocale per quei tempi e che portò a San Vito alla fine del dominio della DC.
Tra i vari componenti che soffrivano all'interno della Ginestra della perdita del ruolo egemone fino ad allora manifestato c'erano i componenti dell'allora PDS che erano sempre alla finestra per rimarcare questo loro ruolo, ma la novità li tacitava.
Tutto andava bene fino a quando si arrivò alla riformulazione della lista da presentare alle elezioni e cominciarono i primi distinguo soprattutto sulle candidature e l'impossibilità di candidare un esponente del PDS.
Si stava correndo il rischio di sfasciare quello che di buono si era appena costruito e dopo giorni di discussioni, di limature e di piccoli compromessi si doveva superare l'ostacolo del candidato sindaco, candidato che il PDS reclamava per sè, ma che rischiava di non avere.
Allora nel bel mezzo della discussione ci fu chi se ne uscì con la funesta frase: "A dema fà riminì quille?", alludendo con "quille" alla DC.
Il senso di responsabilità prevalse e la candidatura PDS fu accolta, ma pochi si resero conto che tutto questo avrebbe portato alla dissoluzione della Ginestra stessa.
Infatti dopo alcuni anni quella scissione paventata allora si verificò rovinosamente e la perdita di quell'ideale di rinnovamento che era stata la Ginestra finì.
Adesso sulla stessa logica si sta incanalando il consenso di "San Vito bene comune", che guardando in maniera miope al risultato immediato, sta mettendo da parte quanto costruito in questi ultimi cinque anni, dimostrando essi per primi di non credere nella forza di cambiamento portata avanti cinque anni fa.
"A dema fà riminì quille?"