Sanvitesi (7)

  Alla riapertura dell'anno scolastico 1872/73 nonostante il capitolato del comune e la delibera del consiglio provinciale scolastico, Domenico della Fazia non si vede assegnare il locale corrispettivo. I mobili che aveva ricevuto in consegna e quindi controfirmati furono spostati in un'altra classe, affinchè il Tosti potesse accusare il della Fazia di non averne tenuto cura.

   Il Tosti infatti ne approfittò per denigrare pubblicamente in sede di consiglio comunale il della Fazia anche se lo stesso Consiglio Comunale respinse i fatti raccontati dal Tosti come "improntati e bugiardi". Non si può, diceva il della Fazia, accettare che "da questo Municipio, donde ora scoppia il crucifige per me, ne usciva una volta  l'osanna".

   La lotta tra le due famiglie non terminò nel 1874 ma continuò ancora per altri decenni anche se non pubblicamente. Tutto il paese era comunque pervaso da questa diatriba e da molti documenti si evince che da un lato una famiglia di origine nobile (sia culturalmente che storicamente) come i della Fazia mal sopportavano di essere sottomessi e denigrati in quel modo e dall'altro i Tosti, nuova famiglia potente (che non aveva origini nobili come altre di di San Vito), che non desideravano avere alcuna opposizione alla propria supremazia sia politica che soprattutto finanziaria agendo spesso in modo machiavellico.

   La narrazione si interrompe a questo punto, perchè il prof. Iarlori ci ha abbandonato prematuramente.