I sanvitesi (5)
Giovanni della Fazia, medico condotto, fu costretto a recarsi ad Ortona per continuare la propria professione nonostante che in San Vito "era tenuto in palma di mano" e gli elogi ricevuti in seno al Consiglio Comunale. Il Della Fazia riceveva lo stipendio semestralmente, mentre da capitolato era previsto mensilmente. Erano colpiti come lui il fratello Domenico, maestro elementare, ed una maestra mentre gli altri impiegati ricevevano regolarmente lo stipendio. Chi lo difese in Consiglio fu solo il Cav. Dazio, il quale mise l'accento anche sulla possibilità che il comportamento del Tosti poteva derivare da una specie di ripicca elettorale in quanto il Della Fazia aveva negato il suo voto a Gennaro Tosti.
Per aver un'idea dell'attrito violento che si era creato fra il Tosti e il Della Fazia riportiamo qui di seguito la parte conclusiva della risposta di Giovanni della Fazia alle accuse del Tosti: "Confessate, Sig. Sindaco, che voi mi volevate fuori, ma voi solo. Confessate in ultimo, che, non essendovi riuscito sbalzarmi di sella, venite ora con un discorsetto ed un volume di alligati a diffamarmi con le copie e le stampe spedite qui in Ortona, ove ricomincio la mia clinica. Ed ora la melma a chi spetta!! Concittadini, a voi il giudizio fra me e il Sindaco, e poiché la coscienza non mi rimorde, non posso non rassicurarmi d'averlo a mio pieno vantaggio".