Rovistando nell'archivio della Ginestra ho ritrovato un file inviatomi dal mai troppo compianto prof. Antonio Iarlori. In questo file si tratta della storia dei sanvitesi attraverso i secoli. Abbiamo già pubblicato questo suo lavoro, ma per i nuovi lettori della Ginestra penso che possa essere interessante rivisitare la storia del nostro paese.

 

I sanvitesi attraverso i secoli (1)

Il 28 febbraio 1443 Alfonso 1° d'Aragona riunì in Napoli i Baroni del regno allo scopo di trovare un sistema migliore, in luogo delle "collette" angioine, per avere una rendita più certa ed una tassazione delle famiglie più generalizzata. Venne così istituita la numerazione per "fuochi". Ogni fuoco costituiva una famiglia, poiché era ritenuto, il focolare, il centro di un nucleo familiare.

   Per quel che riguarda in particolare San Vito sappiamo che nel 1532 la tassa fu di fuochi 75 (circa 400 ab.), nel 1545 di 83 fuochi (420 ab. circa), nel 1561 di 117 (600 ab. circa), nel 1595 di 104 (520 ab. circa), lo stesso numero nel 1648, nel 1669 di 92 fuochi corrispondenti a circa 460 abitanti. E1 da rilevare l'estrema difficoltà nel reperire notizie più precise soprattutto per la precarietà in cui versano molti, molti archivi e in modo particolare quelli più interessanti per uno studio demografico, vale a dire l'archivio comunale e quello parrocchiale. Andando avanti negli anni arriviamo al 1780 anno in cui ritroviamo dopo il 1669, notizie precise sulla popolazione di San Vito.

   Nel 1780 la nostra cittadina possedeva un "centro" rappresentato dalla comunità vivente all'interno delle mura del castello con un sito denominato "Castello" e quattro rioni chiamati "Primo, Secondo, Terzo e Quarto Vico". Al di fuori delle mura esistevano due sobborghi: "Sobborgo del Salvatore" verso il mare e "Sobborgo San Vito" verso l'entroterra. (Continua)