Pubblichiamo delle interessanti considerazioni di Vito Sbrocchi sugli scavi alla foce del Feltrino apparse qualche anno fa su "La Ginestra".
È una villa romana?
Circa un mese fa, ed esattamente il 22 marzo, i tecnici della
Soprintendenza alle Antichità d'Abruzzo ricominciano le ricerche sull'area
archeologica di Murata Bassa, sospese nell'aprile del 1991.
La notizia viene accolta con grande soddisfazione specialmente dagli appassionati, per cui all'inizio l'entusiasmo si mescola all'impazienza di conoscere i tanto attesi risultati. Già dai primi giorni i ricercatori hanno ottenuto, per fortuna, esiti alquanto positivi, accentrando le operazioni di sondaggio maggiormente sul versante meridionale della collinetta.
In questa zona quindi sono affiorate le vestigia di un'antica costruzione di epoca romana, con basamenti di colonne a sezione sia quadrata che circolare. All'interno delle strutture è emersa una gran quantità di materiale fìttile e frammenti di vetro soffiato di epoca imperiale. Nei vetusti ambienti (probabilmente una villa romana, come sostiene il Direttore degli scavi Andrea Staffa) sono sbucate monete in rame di varie dimensioni del periodo tardo antico (III-IV secolo d.C.).
Nei primi giorni di ricerca, durante un'operazione di sondaggio, è stato scoperto un antico basolato in pietra, posizionato a circa tre metri di profondità, in corrispondenza cioè del livello del mare, a dimostrazione che l'originario piano di campagna era ad una quota molto più bassa di quella attuale. Nei giorni successivi sono state poi identificate alcune sepolture del III-IV secolo d.C. ed esplorate però solo due di queste.
Nella prima tomba è stato rinvenuto lo scheletro di una persona adulta di sesso maschile e della lunghezza di mt. 1,65. All’interno del tumulo è affiorato pure un esiguo corredo funerario costituito da una brocchetta in terracotta, situata in corrispondenza del ginocchio destro, una moneta tardo antica ed un piccolo monile in osso lavorato a forma di anfora.
Probabilmente la salma calzava un paio di sandali, a giudicare dai frammenti di legno, mischiati a minuscoli bottoni in ferro, identificati in corrispondenza dei piedi. Le ultime ricerche hanno portato invece alla scoperta di una bella anfora bizantina "tipo Crecchio" del VI-VII secolo d.C., di colore rosso e nero e in buono stato di conservazione. Quest'anfora è stata rinvenuta all'interno della seconda sepoltura esplorata, che conteneva resti ossei di una bambina.
Curiosa ed enigmatica è la posizione in cui è stato rinvenuto lo scheletro: il cranio infatti era posto vicino al bacino ed insieme ad un altro teschio, appartenente però ai resti di una persona adulta. Sempre nello stesso sito è affiorata pure una lucerna intera in terracotta, del periodo tardo antico, nonché una collana di selce. Concentrate in un piccolissimo lembo di terra sono sbucate poi circa 50 monete in rame e bronzo, tutte del III-IV secolo d.C.
Infine un ago bizantino in osso ed un peso in piombo sono gli elementi che fanno ipotizzare la passata presenza di un telaio, utilizzato forse per la lavorazione della lana.
Vito Sbrocchi