Storie di sanvitesi durante la 2° guerra mondiale

   Dal marzo 1995 e per diversi numeri de "La Ginestra", Fabio Di Giovanni pubblicò la storia di alcuni sanvitesi durante la seconda guerra mondiale e le peripezie che dovettero affrontare per ritornare a casa a San Vito.

   I sanvitesi di cui parliamo erano Raffaello Antonucci (Lello), Gildo Benini e Domenico Palermo (Mimì).

   Il racconto è troppo lungo per questa pagina per cui mi limito a riportare il finale della storia:

 Il 17 agosto del '45, dopo una decina di giorni di viaggio, eravamo finalmente a casa. Erano passati due anni dalla nostra cattura. E Antonucci? Era già tornato a San Vito: il secondo in ordine di tempo, tra gli internati. Rammenta:"I tedeschi avevano abbandonato il nostro campo agli inizi di maggio, appena sentiti i primi colpi di fucile. Ci incamminammo subito verso il confine italiano, che non era molto lontano. Per la strada incrociammo i tedeschi che rientravano in patria. Non ci fu animosità tra noi e loro, anzi, facemmo scambio di soldi. Sempre a piedi, passammo il confine e raggiungemmo Bolzano. Là, e va detto ad onore della Chiesa perché mai nessuno ne ha fatto menzione, erano stati messi a disposizione dei deportati gli autobus bianchi e gialli della Pontificia opera assistenza. Con quelli viaggiai fino a Piacenza, dove presi il treno. Tra un cambio e l'altro e un interminabile numero di fermate, in un paio di giorni arrivai a San Vito. Non lo dimentico: era il giorno di Santa Rita.