Sant'Apollinare nel 1642
Riportiamo di seguito una descrizione di Sant'Apollinare fatta dal notaio
Giangiacomo Antonini nel 1642. Per una migliore comprensione del testo compaiono
fra parentesi, dov'è necessario, le dovute delucidazioni. Il documento è stato
redatto per un eventuale acquisto da parte di qualche nobile di quei tempi anche
perché Lanciano, che ne era proprietario, versava in condizioni economiche
difficili. Di qui la valutatone di 9.000 ducati che viene riportata in fondo
alla relazione.
Un miglio discosto da Frisa c'è la Villa dì S. Apollinare abitata da gente di
natura Schlavona (originaria della Dalmazia), ben vero italianati, et se numera
in fochi (famiglie) sei secondo lor Catasto; vi è Incorporato li territorio seu
(detto) dello Gaudo ed ha una circonferenza di circa sette miglia generalmente
fertile ed industrioso. Le lor casamenta et habitationi sono in pagliare, e
queste genti si esercitano nella coltura et governo dei campi con foro pochi
animali fra i quali tengono in tutto cinque para di bovi aratorij, capre, porci
et bacche, non possedono territorij proprij, né poco né assai, atteso tutto è
della città padrona da chi si concede a coltura et ad altro effetto con peso del
terratico et censo secondo la quantità. Non fanno detti habitanti reggimento
niuno (non forniscono soldati) per essere poco il numero ben vero son di buona
condizione, obedienti et faticosi, per Io che stante l'ampiezza del suo
territorio, fertilità et sua buona disposizione et atta sempre ad augmentare di
popolo, non lasciando riferire che per mancamento di forze concorrono gli esteri
e i forastieri delli villaggi convicini a coltivare et a far campi dentro di
detto feudo. In detta Villa c'è una cappella sotto i! nome di S. Pietro dove
ogni settimana viene il prete a dir messa ed altri uffici. Nella parte più
remota d'essa Villa è posta la casa baronale con le carcere contigue di buona
forma dove per ponte a levatora si entra in un cortile murato a torno con
mergoli (merli), et da quello s'entra nel corpo di detta casa la quale al
presente tiene solamente le mura maestre con travatura et partimento di fabrica
dentro, ma con non molta spesa si tenerebbe habitabile. La Città di Lanciano lor
padrona ci possiede la gìurisditione civile, come in Frisa, et di più la
mastrodattia (segretario) et suoi proventi criminali, introiti di fide sì delli
pascoli, come del lignare, terraggi, spiche, ghiande, corgnali, danno fare seu
(oppure) danno dato. Apprezzatura per D. (ducati) 9.000 ".