Arrivederci
Rileggendo alcune pagine di quello che succedeva a Roccacastello mi sono imbattuto in un ricordo a me molto caro e che spero possa essere veramente accaduto.
La considerazione era stata fatta per un caro amico scomparso, Florindo, ma, riflettendoci sopra, è quello che tanti di noi sperano possa accadere: il ricongiungimento in un'altra vita con le persone amate su questa terra.
Probabilmente è un'utopia, ma niente ci vieta di sognarlo.
Florindo aveva appena finito di fumare l'ennesima sigaretta e poichè in piazza non c'era nessuno e faceva freddo decise di tornare a casa per cenare, prendere le medicine e cercare di riposare.
Ma non appena arrivò nei pressi del portone di casa sua notò con grande sorpresa che il tempo era tornato improvvisamente al bello e davanti al portone c'era una figura nota e cara, che sembrava lo stesse aspettando.
Guardò con più attenzione e riconobbe Pasqualucce, suo padre, che appena lo vide chiamò la moglie dicendogli: "Vieni giù che Florindo è arrivato!".
La madre scese e, insieme a Pasqualucce, abbracciò con trasporto Florindo il quale non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Ebbe appena la forza di balbettare: "Ma voi siete morti, che ci fate quì?" e la risposta fu: "Ma pure tu sei morto ed è per questo che ci siamo finalmente riuniti".
Florindo a quella notizia cominciò a piangere, ma erano lacrime di gioia e insieme al padre ed alla madre salì in casa per godere di una nuova vita più serena e felice di quella che aveva lasciato.
Su questa terra, invece, finiremo in un cimitero o in un'urna cineraria, ultimo tentativo di seguitare a sperare di tenere in vita presso di noi chi ci ha lasciati.