Alessandro Altobelli

   Oggi vi propongo un'opera (le altre potete vederle sulla galleria virtuale de La Ginestra) e la critica che ha fatto di questo artista sanvitese Massimo Pasqualone.

Gli sguardi emotivi di Alessandro Altobelli

   Il centro emozionale della produzione artistica di Alessandro Altobelli è costituito dalla capacità di vedere gli oggetti in un contesto emotivo, attratti dal serbatoio a volte dei ricordi a volte dei sogni e delle speranze.

   Di grande impatto i volti ed i ritratti femminili, con quell'eleganza delle movenze e degli abbigliamenti che richiama un concetto antico di bellezza.

   Le nature morte, i paesaggi, i volti femminili, persino le visioni astratte ed informali, conducono Altobelli verso una decisa visione generale della vita, verso uno sguardo innanzitutto introspettivo, che sulla tela materializza correlativi oggettivi, simboli audaci della quotidianità da cui talvolta rifuggiamo.

   Già il quotidiano: a volte è difficile affrontarlo con gli strumenti della comprensione routinaria necessita di uno sguardo d'artista, sguardo che sa capire l'anello che non tiene, che produce una consapevole poetica del varco, come accade in talune opere di Alessandro Altobelli.

   Purtroppo e spesso gli avvenimenti della quotidianità grondano lacrime, sofferenza, dolore, perchè "le cose sono ebbre di pianto", dice Pascoli, e solo chi ha il cuore aperto alle sofferenze del mondo - l'artista - può dire la bellezza ed estro-iettare emozioni e sentimenti, o rimuovere dalle profondità dell'anima "giorni sopra giorni / fatti d'amaro oppure di meraviglia" e le troppe "croste che avvolgono il cuore strato su strato", per dirla con i versi del poeta Franco Pasquale.

    Certo, con Erri De Luca, "ci torna in mente il passato con parvenza di intero", le varianti del tempo ed i percorsi alterni, di provvida o improvvida fortuna, il continuo permutare di idee e le nuove risorse e il divenire, per questa davvero strana muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia, un muro cui l'artista non giunge mai ignaro e dove la voce della vita diviene assurdo silenzio (ci sono emozioni che nascondono il senso di una vita, ci sono silenzi così assordanti che si annidano sotto un cumulo di piani cromatici).

Massimo Pasqualone