45 o 60?

   E' doveroso premettere che chi scrive non è un esperto di leggi o di codici, ma è una persona che segue la logica nell'esaminare le cose.

   E' pur vero che a volte la logica con le procedure burocratiche fa a pugni, ma il pensiero di una dose di illogicità presente nelle ordinanze che vengono pubblicate sull'albo pretorio del nostro Comune è come un tarlo che rode la mente.

   Dopo aver letto tutta una serie di richiami e prescrizioni si arriva alla fine e si leggono due frasi che dicono tutto e niente.

   La prima è quella con la quale si impone a colui al quale è diretta l'ordinanza di farvi fronte entro e non oltre 45 giorni dal ricevimento della stessa e la seconda è quella con la quale si permette il ricorso al TAR entro 60 giorni dal ricevimento dell'ordinanza.

   Perchè una persona dovrebbe dar seguito all'ordinanza entro i 45 giorni se può attendere fino al 60° per ricorrere al TAR?

   Tenendo presente che il ricorso al TAR impegna molti giorni dopo i 60 previsti nell'ordinanza e che è possibile ricorrere, in caso di sentenza avversa, al Consiglio di Stato con tutti i tempi della giustizia italiana, perchè affrettarsi entro i 45 giorni previsti per dar seguito all'ordinanza?

   Come vedete le leggi italiane sono alquanto contraddittorie e facilitano il compito ai furbi e a coloro che dispongono di mezzi, che il normale cittadino non ha.