L'ordine!

  A Roccacastello l'amministrazione pubblica era nella confusione più assoluta.

   Ti recavi in un ufficio e l'addetto era fuori stanza, era andato a prendere un caffè, ma non alla macchinetta interna, bensì al bar della piazza, il personale entrava ed usciva negli orari che più facevano loro comodo, gli appalti erano vinti dai soliti noti e gli amministratori non riuscivano più a gestire la situazione, il caos.

   Per fortuna che le elezioni erano vicine e ci fu chi pensò bene di presentare una lista alternativa, che riportasse l'ordine nella cosa pubblica, ordine dove i doveri venivano considerati la salvaguardia dei diritti dei cittadini.

   Ecco di cosa c'era bisogno per ridare la fiducia nelle istituzioni ai cittadini di Roccacastello, di ORDINE.

   Ripristinare l'ordine! E questa parola campeggiava nel simbolo della lista elettorale di un candidato simpatizzante della destra, di quella destra forte e autoritaria, che sembrava l'unica soluzione alla situazione di caos, che regnava nell'amministrazione.

   La lista dell'ORDINE vinse con grande maggioranza le elezioni, il sindaco si insediò e, come d'incanto, l'orologio marcatempo del personale cominciò a registrare gli orari degli impiegati e la pausa caffè era fatta presso la macchinetta posta all'interno del Municipio, ma per gli appalti la cosa fu un po' più complicata, di difficile soluzione.

   Infatti smuovere certi collegamenti e certi rapporti divenne cosa ardua persino per il nostro autoritario sindaco.

   Quasi tutto funzionava bene tranne che per un impiegato, il quale entrava ed usciva quando voleva, seguitava a prendere il caffè al bar della piazza e faceva la spesa prima di tornare a casa e di lavoro manco a parlarne.

   Nel paese cominciarono le chiacchiere, ma queste caddero nel vuoto, perchè l'impiegato in questione era il... nipote del sindaco.

   L'ordine valeva per tutti meno che uno, d'altronde era importante l'eccezione che confermasse la regola!