Ho ricevuto un intervento di Pino Ferraro, che chiarisce la sua posizione in merito al mio articolo intitolato "Il sogno".
A causa del poco spazio concessomi dalla pagina web del sito mi vedo costretto a pubblicarlo in due parti e questa è la prima:
Il sogno, l'utopia, l'intimità
Non ho mai smesso di sognare. È desto veramente solo chi sogna e non si lascia stordire dall’appiattimento della noia quotidiana del “così fan tutti” e “sono solo io a fare le cose”, “nessuno mi aiuta” … No, Walter io sogno ancora e non sono solo io a sognare. Solo chi ha un ideale è reale, chi lo perde si perde nello stordimento dell’“è così”, del “non posso farci niente”. No, il sogno è il rifiuto del “niente”, ti spinge a fare l’impossibile. Credo che San Vito non sia mai stata così assente al proprio nome, stordita e annientata. Chi fa politica deve poter immaginare la realtà, non inciamparvi e abbattersi. No. Deve vedere quel che manca in quello che c’è, perché ciò che c’è sia veramente quello che è. L’impegno è vedere quel che manca a San Vito perché sia veramente com’è nel dispiegamento della sua bellezza. Il sogno è del desiderio che aspetta la volontà che lo determina in un’azione corale per cambiare lo stato presente delle cose, in ragione di qualità delle relazioni che danno misura della gioia della propria libertà.
Il Comune doveva, e deve, farsi impresa del paese. Non un’azienda. L’impresa è l’emergere di una comunità sociale per una società comune. C’è una San Vito interiore, in ognuno, che deve uscire dalla clandestinità della propria intimità. In questi giorni si ricordano gli uomini della Resistenza. Quelli che hanno fatto la Resistenza hanno sognato il nostro sogno, perché i sogni si ereditano, ritornano in chi li incarna, si estendono, crescono, si uniscono. I sogni si passano d’intimità in intimità. I sogni sono fatti da chi è capace di sognare, da chi si dispiace, da chi non recede.