Il mancamento
Che la casa fosse cambiata anche se aveva un aspetto molto familiare, Antonio lo capì subito.
Il tavolo della cucina era quello di legno massello su cui aveva mangiato per tanti anni quando era bambino e, seduto a capotavola, c'era suo padre con la canottiera di lana, che sua madre gli faceva sferruzzando di fronte al focolare durante le lunghe e noiose giornate invernali.
La moderna cucina a induzione aveva lasciato il posto ad una alimentata dalla bombola di gas della Butangas, l'acqua corrente non c'era, ma, di lato, sul lavandino, c'era una conca di rame che andava riempita tutte la mattine con l'acqua, che bisognava andare a prendere presso la fontanella pubblica e questo compito spettava a lui, perchè il papà doveva lavorare e la madre aveva altro da fare in casa.
Ma la sua meraviglia aumentò a dismisura quando suo padre gli rivolse la parola e gli chiese dove fosse stato fino ad allora, perchè bisognava mangiare e la pasta rischiava di diventare scotta.
Ma come, era ritornato bambino lui che aveva ormai superato i sessant'anni e che aveva moglie, figli e nipotine, che erano la sua gioia, la sua famiglia?
Non riusciva a capacitarsi di quanto gli stava accadendo e, mentre cercava di capire, sentiva sempre suo padre che lo chiamava e lo invitava a sedersi dicendogli: "E, mi raccomando, mangia tutto".
Sentiva sempre una voce, che gli diceva: "Sù Anto', non fare così siediti, che adesso passa tutto".
Ma come "passa tutto", non è "mangia tutto"?
In quel momento aprì gli occhi e vide davanti a sè la moglie, che gli stava facendo annusare dell'aceto e che, quando lo vide riprendere i sensi esclamò con un sospiro di sollievo: "Mi sono impaurita, perchè hai avuto un mancamento e sei svenuto, ma meno male, che tutto è passato".
Antonio si guardò intorno e rivide la cucina componibile rossa e il tavolo, non di legno massello, ma di fórmica, pure questa rossa e ringraziò quel mancamento per avergli fatto rivivere, seppure inconsciamente, degli attimi belli della sua vita passata.