Il trapasso

  La signora, ormai ultraottantenne, scherzava dal letto, dove ormai giaceva da qualche mese, con i suoi familiari, quando li invitò ad uscire e a lasciarla sola, perchè era stanca e voleva dormire.

   Tutti uscirono e la lasciarono riposare.

   Dopo un'oretta, avvicinandosi l'ora delle medicine, il figlio entrò di nuovo in quella camera e cercò di svegliarla dolcemente, ma la signora non rispondeva e non si svegliava dal suo sonno profondo.

   Il figlio la guardò meglio e si accorse che il colorito roseo delle guance era sparito, che la bocca era semiaperta e subito pensò al peggio, la scosse dolcemente, ma dal corpo dell'anziana madre nessun segno di vita: era morta.

   Il figlio reagì con molta compostezza anche perchè sapeva che la Morte poteva venire ogni giorno a prendersela e chiamò gli altri familiari, che accorsero e rimasero di fronte al letto a guardare sorpresi quel corpo senza vita.

   Quanto era diverso quel corpo che fino a qualche ora prima scherzava con loro e che adesso era lì, senza vita, e che non partecipava più alle loro chiacchiere e ai loro pettegolezzi.

   Cos'era che creava questa differenza? Dove era finita la vecchia signora? Perchè quel corpo non reagiva? Cos'era cambiato in questo passaggio di condizione?

   Qualcuno azzardò l'ipotesi che quel corpo era stato abbandonato dall'anima e che loro avevano sempre avuto a che fare con lei, l'anima, e non con quel contenitore che tutti chiamano corpo.

   Sì, ma dove era andata quell'anima? Nessuno era in grado di dare una risposta, ma tutti sapevano che la vecchia signora era ancora viva e che ognuno se la raffigurava, frugando nei propri ricordi, da bimba, da giovane, da vecchia e che stava ancora insieme ai suoi cari, che la tenevano in vita proprio con i loro ricordi, anche se non era più racchiusa in quel corpo, che ora era lì sul letto in attesa di ritornare nel nulla dal quale era venuto.

(P.S.) Questo racconto mi è stato inviato da un lettore della Ginestra, che vuol mantenere l'anonimato.