Cui prodest?
Da tempo immemorabile si parla di porto a San Vito e non si è mai riusciti ad averlo, nemmeno quando la sua marineria era una delle principali dell'Adriatico, come si può evincere dall'allegata tabella che ci riporta al 1838.
Adesso che la pesca non c'è più ci si rivolge ad un porto, che non deve servire al sostegno di chi in mare ci lavora, ma a chi, e sono pochi, ha la possibilità di avere un'imbarcazione da utilizzare per svago.
Bene se questo può portare lavoro e ritorno economico ai sanvitesi, ma siamo sicuri che questo ritorno ci sarà?
Personalmente ho i miei dubbi, perchè il vicino approdo di Fossacesia è diventato una cattedrale nel deserto, che quello ben più importante di Pescara non riesce ad avere lo sviluppo che le sue potenzialità gli dovrebbero permettere.
Fin dai primi numeri del mensile "La Ginestra", parlo del 1992, abbiamo affrontato il problema porto e chi ha un po' di memoria storica dovrebbe ricordare il fallimento del progetto PROGER, costato centinaia di milioni delle vecchie lire alle casse comunali e quello più recente costato molti soldi alle tasche dei cittadini che si erano iscritti alla cooperativa per la sua realizzazione.
Oggi ci ritroviamo a discutere ancora di porto e a parlare di un progetto, che rischia di costare alle casse comunali centinaia di migliaia di euro, se non dovesse essere realizzato e che nessuno, finora ci ha garantito che lo sarà.
Sempre facendo riferimento a quel periodo faccio notare che sfidammo l'allora amministrazione comunale ad indire un referendum per chiedere ai sanvitesi di esprimersi in merito, ma non ricevemmo risposta.
Oggi riprendo quell'idea e chiedo ai nostri amministratori di fare un referendum per mettere a tacere le polemiche sul costruendo porto.
E come la mettiamo con la Soprintendeza Archeologica di Chieti, che già nel 1999 aveva espresso un parere contrario, che si allega, alla realizzazione del porto?
Ed infine rifaccio la domanda per chi non lo avesse capito, il porto A chi giova?