Anonimo

   Ho ricevuto una lettera da parte di un "Gruppo di sanvitesi amanti della natura" con la quale si segnala un presunto abuso edilizio in c.da Murata Alta e mi si rimprovera di non aver detto nulla in merito.

   Poichè la stessa lettera è stata inviata, presumo, anche al sindaco di San Vito Chietino e al Procuratore della Repubblica di Lanciano evito di pubblicarla integralmente in attesa dello sviluppo degli eventi.

   Qualche considerazione va comunque fatta:

- questa è un'eccezione, che non si ripeterà più, poichè non è costume di questo sito dare spazio a lettere anonime;

- ringrazio per "l'esimio prof.", ma attribuirmi l'appartenenza all'Associazione Culturale "Il Gabbiano" mi sembra errato dato che non ho avuto mai la tessera di questa associazione, nata dopo una scissione di alcuni associati della Ginestra;

- nella lettera, non firmata e da prendere per quella che è, ci si pongono delle domande alle quali non sono in grado di dare risposte e mi auguro che il sindaco Catenaro possa farlo in breve tempo e con la chiarezza che le accuse richiedono, dato che si parla di un fabbricato "soggetto a vincolo paesaggistico ed in area archeologica";

- sarebbe pure opportuno un eventuale intervento delle minoranze presenti in consiglio comunale alle quali la lettera poteva essere tranquillamente indirizzata data la presenza del consigliere Mancini la cui competenza in merito sarebbe preziosa;

- devo dire in tutta sincerità che stamani, venerdì 22 marzo, mentre con alcuni amici ammiravo lo splendido paesaggio, che solo il Belvedere Marconi può offrire, ho notato la struttura imponente di un edificio in costruzione e mi sono chiesto come fosse possibile realizzare un immobile, all'apparenza, così grande, ma abituati come siamo allo scempio edilizio del nostro territorio favorito dal piano regolatore approvato dalle amministrazioni del Gabbiano la cosa non mi ha meravigliato più di tanto.

   La lettera si conclude con l'auspicio che "il mistero" venga risolto dal Procuratore della Repubblica, ma io credo che la soluzione migliore sia un intervento del sindaco o dell'assessore all'ambiente, evitando carte bollate e tribunali.