Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un cittadino sanvitese

DARE LUSTRO AD UN PAESE

Una località con il suo territorio, la sua storia e soprattutto i suoi personaggi che hanno avuto risonanza al di fuori dei confini del nostro comune sono elementi che concorrono a dare “lustro” ad un paese ed a far sì che lo stesso susciti interesse e, di conseguenza, la sua economia, non solo quella basata sul turismo, ne tragga un utile beneficio.

Sappiamo tutti come D’Annunzio, i trabocchi e quella stupenda posizione geografica che ha San Vito favoriscano tutto ciò ma la presenza reale sul territorio di personaggi che svolgono un ruolo importante nella gestione della cosa pubblica dà quella spinta in più alla voglia di discutere, di proporre, di confrontarsi ed alla fine di agire.

Mi ricordo quella quindicina di giorni prima delle ultime elezioni amministrative.

Una marea di personaggi si aggirava per le vie principali di San Vito, per le contrade, fino nei vicoli e negli anfratti più nascosti e rincuorando anche qualche amico che non vedendolo da tempo pensava fosse passato a miglior vita. E tutto il paese ne beneficiava. Gli esercizi commerciali, bar, pizzerie, ristoranti lavoravano a pieno ritmo, anch’essi erano tirati a “lustro” per accogliere i candidati.

Bei tempi.

I candidati stessi dichiaravano: “Dobbiamo ridare “lustro” ad questo paese!”

Ma dopo appena sette giorni dai risultati ecco che le economie di quegli esercizi commerciali videro una grave caduta dei propri introiti. In giro per le vie principali di San Vito, per le contrade, fino nei vicoli e negli anfratti più nascosti non si vedevano più i “personaggi” che avevano animato il paese per una quindicina di giorni.

Un commerciante, poco avvezzo all’uso della lingua italiana, cercò di comprendere bene il significato della frase: “Dobbiamo ridare “lustro” ad questo paese!”. Prese il Dizionario della Lingua Italiana, ed ecco che quello che inconsciamente gli frullava nel cervello, gli fu chiaro quando lesse la definizione di “lustro”: Spazio di cinque anni, quinquennio.

Ed esclamò a gran voce: “Mo’ so capite! Quisse se fa revedè fra cinghe anne!

Un elettore