Diritto allo studio
Le nostre leggi prevedono che il diritto allo studio sia sacrosanto e mettono in atto quanto è possibile per aiutare le famiglie bisognose.
Uno di questi aiuti consiste nel rimborso parziale delle spese sostenute per l'acquisto dei libri di testo.
In questo periodo di crisi meglio questo che niente, ma leggendo l'elenco di coloro che hanno usufruito di questo contributo saltano all'occhio i nomi di molte persone che, all'apparenza, non dovrebbero stare in questo elenco.
Viviamo in un piccolo paese e ci conosciamo tutti e vediamo come diverse persone inserite nell'elenco vanno in giro con macchine che costano migliaia di euro, che magari posseggono anche più di una macchina, che sono anche possessori di casa e di terreni e che lavorano entrambi i genitori e quindi vedere che ricevono questi rimborsi lasciano qualche perplessità in molti di noi.
Colpa dell'amministrazione? No di certo, perchè queste richieste vengono soddisfatte in base alla presentazione di apposita documentazione e soprattutto del modello ISEE, che attesta il reddito effettivo del richiedente.
Poichè tutto questo avviene anche in base ad autocerficazione dei richiedenti, non sarebbe il caso di controllare la veridicità di queste autocertificazioni?
Non sarebbe il caso che l'ufficio preposto controllasse a campione alcune di queste dichiarazioni?
I nostri uffici sanno o non sanno se queste persone sono proprietari di case o di terreni?
Non sono in grado di fare questi controlli? Allora potrebbero molto semplicemente fare controllare, a campione, alcuni di questi casi dall'ufficio delle entrate o della Guardia di Finanza.
Staremmo più tranquilli un po' tutti e non si alimenterebbe la teoria del sospetto nei nostri concittadini.
Trasparenza, parola vuota!