L'intervento sul quotidiano il Centro del Sindaco Catenaro è il risultato di un evidente nervosismo suo e della giunta, dovuto all'incapacità di dare concrete risposte non tanto a me, consigliere di maggioranza, ma ai tanti sanvitesi che, dopo quattro anni di amministrazione, non vedono realizzato nulla di quanto da noi programmato e dichiarato in campagna elettorale.
Il nervosismo soltanto può giustificare il ricordo dei debiti lasciati dalla passata giunta quando si continua a far ricorso ancora oggi, alla Cassa Depositi e Prestiti e alla rinegoziazione dei mutui, con un ulteriore indebitamento di circa € 1.350.000 che andrà a gravare fino al 2034 sulle future generazioni. A tal riguardo vale un famoso detto "chi è senza peccato scagli la prima pietra".
Solo il nervosismo può giustificare il riferimento, come esempio di buona amministrazione, alla riqualificazione del promontorio dannunziano, una superficie di circa 60 metri quadrati, che ha evitato la cementificazione prevista dalla vecchia amministrazione e dimenticarsi di citare che stiamo per far cementificare una intera collina di circa 20 ettari senza chiedere un adeguato ristoro per i sanvitesi a causa della perdita ambientale di una zona, la Foresta, tra le più belle del territorio comunale.
Mi spiace poi che il Sindaco sia riduttivo quando mi chiama dissidente ed usa la stampa per mandarmi a dire che le mie critiche sono pregiudiziali e strumentali senza fornire nessun esempio a riguardo.
La solita politica delle chiacchiere e non della chiarezza perché, ribadisco ancora una volta, il mio comportamento dentro e fuori il consiglio comunale non è mai stato pregiudiziale, termine questo che mi onora ma si presta meglio per il lavoro di un avvocato, è stato invece sempre corretto, costruttivo e di controllo serio nell'interesse dell'Ente e dei cittadini, i soli a cui sono chiamato a rendere conto.
Per capire poi veramente chi usa pregiudizi e strumentalizzazioni andrebbe spiegato ai cittadini perché nei miei confronti è stata usata, sin dall'inizio, una conflittualità sistematica perseguita con ogni mezzo e a qualunque costo: in consiglio comunale qualunque proposta formulo, perfino quella di dichiarare nel nostro statuto l'acqua bene comune, mi viene rigettata con scuse a dir poco penose e spesso non mi viene concessa la parola pei discutere mozioni che riguardano la cittadinanza con giustificazioni, da parte del Sindaco, che non trovano alcun supporto giuridico.
Per il sindaco e l'assessore Comini le mie iniziative sono il frutto del risentimento per la mancata nomina ad assessore, ma trascurano di dire che non ho mai chiesto di fare l'assessore anzi, dopo le dimissioni dell'assessore Giovanni Tosti, proprio in un colloquio con il Sindaco, in presenza del consigliere Verì Vito, ribadivo che non ero interessato a sostituire l'assessore uscente e chiedevo un azzeramento della giunta per procedere ad un vero e proprio rimpasto capace di dare nuovo impulso all'attuazione del programma amministrativo.
Come sempre, però, il mio suggerimento non venne accettato e il risultato dell'attuazione del programma di mandato, ad un anno dalle elezioni amministrative, è oggi sotto gli occhi di tutti.
Sindaco, un antico proverbio afferma che chi è causa del suo male deve prendersela con se stesso e non addossare la colpa ad altri.