Il nemico
La campagna elettorale sta entrando nel vivo anche a San Vito e i primi particolari cominciano ad essere di pubblico dominio.
Dalle voci che corrono sembra che attualmente una sola lista sia quasi completa, mentre voci discordanti si sentono sulla presenza dell'attuale sindaco a capo della lista di Nuova Alleanza e sull'unione delle due sezioni locali del PD.
Ma andiamo per ordine e restiamo alle due liste più importanti.
Secondo me, la ricandidatura di Rocco Catenaro è quasi obbligatoria altrimenti si potrebbe pensare ad un gesto di sfiducia dei suoi e l'eventuale candidatura di un assessore dell'attuale giunta al suo posto non credo che sarebbe un buon segnale per gli elettori.
Per quel che riguarda l'unione delle due sezioni del PD sarebbe una cosa normale, anzi non è normale che a San Vito ci siano due sezioni, se non fosse che la nostra storia ci ricorda di quanto sia grande la differenza tra gli appartenenti ai due gruppi da sempre contrapposti.
Infatti questa unione "innaturale" non è ben vista da molti elettori e le discussioni vertono su questo aspetto, ma quando un capetto locale di uno dei due schieramenti dice che, se si vuole battere l'attuale amministrazione, bisogna tapparsi il naso e fare questa operazione, allora si comincia a capire come questa unione serva solo a cercare di vincere le elezioni e non ad amministrare questo paese, perchè le differenze si ripresenteranno forse più forti di prima, ma si sa che una volta passata la festa il santo è gabbato.
La tecnica è sempre la stessa: creare il nemico e organizzare la crociata contro il pericolo, che rappresenta e si sa che nelle fila dei crociati si poteva trovare di tutto, credenti, affaristi, banditi e chi più ne ha più ne metta.
Quindi anche l'alleanza con il diavolo è ammessa, anche perchè il diavolo è tale nella sua natura, ma nel suo aspetto è multiforme, anzi il diavolo ha la forma che ognuno gli vuole dare e il più delle volte è un aspetto bello e seducente.
E poi potrebbe pure succedere che il sindaco venga da fuori, che so, dall'America, ma che siamo matti?