‘Nguvielle
La richiesta era giustificata, comprovata,
legittima, ma la risposta era perentoria: "Tu nen
vie' 'nguvielle"
Ammesse le uscite per la messa e le funzioni
(Ariviè subbite!),
per
la scuola (Studijete
a rìminì), per andare a comprare il
pane, il sale, i fiammiferi (‘N ti fermà’ pe’ la vie), per
qualche servizio ai vecchi dei vicinato (Spíccite).
Za Lelle ci mandava allo spaccio pe' ‘ccattà le fulminante. Dodici lire per l’acquisto più tre per il servizio.
Tre giuggiole dì menta zuccherata o tre
'"Golia" da una lira l’una.
Eravamo servizievoli per questo, ma anche
per l'occasione di un'uscita in più da fare preferibilmente
in due e, lungo il tratto di strada, poter parlare, fantasticare, ridere di
niente.
Altro non era concesso e avevamo imparato
anche a non chiedere per non sentirci rispondere: "Tu nen vie' ‘nguvielle”. Tu non vai da
nessuna parte, o meglio, tu non vai dove vorresti (lat. ubi velles),
Nella perentoria negazione era conservata, ma non lo sapevano, una bella struttura sintattica del latino.