Li ciappune

   Sorgenti, corsi e foci di fiumi da sempre hanno segnato il territorio e in quella marcatura ognuno poi ha riconosciuto la propria identità e ridefinito la propria civiltà.

   Per mio nonno l'Abruzzo buono era tra Moro e Sangro.

   A nord gli ortonesi erano già "zinghere de Pescare" e a sud cominciava "la Pujje".

Con una geografia spicciola, spicciola, ma di sicuro effetto, mi aveva rappresentato la quiddità de “la Pujje”: "Fuggì da Foggia, non ti fermare a Lucera, scappa da San Severo".

   "Addra razze", quella a sud del Sangro.

   Nen parle manghe gne nnu!"

   A lu Vaste le nespole se chiame li ciappune!” e cercava di suscitare la mia meraviglia pure essendo in grado di spiegarmi che quella strana parola stava a significare che il nespolo era pianta originaria del Giappone.

   Ma quando mi raccontava dell'invito a pranzo a "za Richette" che da Lanciano era scesa con il figlio a fare "la cunuscenze" di una delle sue figlie aggiungeva sempre fra ironia e sconcerto: “Fihurete! N'avè magnate ma' li ciappune!".