Cesare Nicolini

   Cesare Nicolini è nato ad Ortona e risiede a Pescara. E' un vero innamorato della poesia dialettale abruzzese e questa sua grande passione gli ha portato numerosi riconoscimenti e primi premi. E’ uno che somatizza ciò che lo circonda e, emozionato da tante bellezze, mette in versi in tutta sincerità e felicità :"Lu puhète ci s'arcreje \ quande penze e po' le scrìve… \ pe' sentirse sempre vive". Anche se teme il giudizio "J’ sacce ca m'attòcche lu prucesse, \ l’isame a lu si tacce cchiù severe.".

   Scrive Ursini nella bella prefazione di questo libro: "E’ un orto-giardino... dove si coltivano tutti i sentimenti della casa, personali e familiari... dove "l'amore per la terra natìa, ("Umìre che stracce la terre\ gne lesche de pane addurose"), la famiglia, le tradizioni, le usanze" hanno messo le radici. "Scenne di fringuelle" (Ed. Tinari - Bucchianico) è una raccolta di "cinquanta puhìsije 'n dialette \ li so' ffilate a una a une", frutto del suo "core vularelle".

   Non ha manie di grandezza il Nostro perché va '"ncerche de saggezze\ a-gne nu metitore che té sete". "Predominano", scrive sempre Ursini, "le poesie delle persone, dell'amore coniugale, filiale, materno, amicale, umano in generale: la nonna, "la camerette", il maggiolino (l'arzavolle). L'elemento descrittivo è preponderante, a volte i dettagli sono fin troppo disegnati. Però esso serve come trampolino di lancio: dalle cose esteriori si passa a quelle interiori.

   E' poesia solipsista, fin troppo intimistica a volte. Ma è quasi una necessità, poiché il nostro poeta va in cerca del bene e questa ricerca non si può fare che al di dentro di sé. Lui spera di trovare il bene, la pace, l'amore, la comprensione, il rispetto e l'onestà, ma sa che questa sua speranza è spesso circondato dall'aridità, dalla differenza, dall'odio, dalla guerra, dalla morte.

   "Le scenne", simbolo ricorrente, indicano il desiderio del poeta di librarsi al disopra della realtà umana che lo circonda.

Antonio Fantini - Giugno 1999