Camillo Di Benedetto
Camillo Di Benedetto è nato a Castel Frentano ma è vissuto per molti anni a Lanciano. Ha scritto poesie sin da ragazzo e ha partecipato a numerosi concorsi ottenendo sempre lusinghieri successi. Ha raccolto le sue poesie in diversi volumi, tra cui il più noto è "la mentucce l'ardiche" (Ed. Itinerari Lanciano, 1976).
I temi da Lui trattati sono i soliti che si riscontrano in qualsiasi poeta ma hanno il grande pregio di una palese e bonaria autoironia. Spesso, infatti, il lettore si ritrova alla fine della poesia a sorridere non solo dell'autore, ma anche di se stesso e della sorte che tocca a ogni uomo, ovvero del suo meschino destino.
Ho conosciuto Camillo agli inizi degli anni '80 e* sia per la sua alta stima che portava di sé che per la sua poesia scherzosa e spassosa, non l'ho subito apprezzato.
Infarcito di grande letteratura, amavo la poesia "impegnata" e i poeti schivi e riservati, alla Montale tanto per intenderci. Col tempo però, soprattutto durante le cene della Settembrata, ho cominciato ad apprezzare l'uomo, il poeta e i suoi sforzi.
Lui ci teneva molto alla mia critica e sapeva che ero sincero, perciò spesso ci sedevamo vicini e quando alla fine declamava la sua ultima immancabile poesia e gli applausi scrosciavano e per il vino e per l'allegria generale, cercava i miei occhi per volerne l'approvazione. E quando annuivo contento e ridevo di gusto, luì si sentiva felice come un bambino.
Ora che se n'è andato da qualche anno, sono io a cercarlo con la mente fra i presenti e mi manca... Mi manca quel suo declamare solenne e severo che interrogava il cuore nel profondo e ci faceva ridere un po' tutti di quello che siamo e di quello che ci crediamo d'essere.
Una delle poesie che gli chiedevo di dire più spesso, specie per l'ultima quartina che mi vedeva “galletto", era quella che viene qui sotto riportata. Nel rileggerla mi pare di rivederlo impegnato e serissimo fino all'ultima sillaba.
Forse la sua poesia era anche fatta di Lui.
Antonio Fantini - Febbraio 1998