Ridateci il C.C.P.

    Non vi spaventate, non sto perorando il ritorno dell'ex Unione Sovietica, ma solo il Comitato di Controllo Provinciale sugli atti delle pubbliche amministrazioni.

   Una volta, quando si riteneva che un atto pubblico, tipo una delibera di giunta o di consiglio, fosse irregolare o presentasse vizi di illegittimità era sufficiente fare ricorso al comitato di controllo e in una decina di giorni il comitato si esprimeva sulla sua validità.

   Ebbene, qualche mese fa, il consigliere Iarlori Luigi ha prodotto un esposto, contestando la legittimità del Bilancio Comunale, alla Corte dei Conti e al Prefetto, ma a tutt'oggi nessuna risposta in merito.

   Molto probabilmente sono le lentezze della burocrazia a far sì che la risposta tardi ad arrivare, ma se, per ipotesi, la risposta dovesse arrivare e fosse favorevole al ricorso, cosa succederebbe?

   L'amministrazione va avanti come se niente fosse, nonostante la diffida prodotta dal consigliere Iarlori, tanto che il sindaco, a contestazioni, sempre del consigliere Iarlori, sul bilancio consuntivo 2009, ha reagito invitando il detto consigliere a ricorrere ancora una volta alla Corte dei Conti, tanto avrebbe fatto la fine del precedente: non avrebbe ricevuto risposta.

   Perdurando questo stato di cose, è difficile sapere chi ha ragione se non c'è un ente terzo che possa decidere, in tempi ragionevoli, in merito e questo a cosa porta? Ad un dialogo tra sordi dove ognuno espone le proprie convinzioni, ma la ragione, vera o presunta che sia, è della maggioranza, che decide non secondo ragione, ma secondo la forza dei numeri.

   E la forza del diritto?