Storie dell'Italia di una volta
Il sindaco e l'impiegata
La guerra era ormai passata da oltre una diecina d'anni, gli animi si erano calmati e la noia regnava imperante in questo paesino montano di circa duemila anime.
Oggi questi numeri sono eccessivi, ma subito dopo la guerra la gente era ancora presente in paese non foss'altro per cercare di ricostruire un tessuto socio-economico distrutto dagli eventi bellici.
Lavoro e poi, nel poco tempo libero, le chiacchiere davanti al bar della piazza.
Tutto questo noioso tran tran, però finiva durante il periodo elettorale. Non ci si era ancora abituati alla democrazia, alla elezione di un sindaco, abituati come si era al podestà, che non veniva certamente eletto, e a presentare liste di persone da eleggere nel consiglio comunale, quindi la partecipazione era molto sentita e, a volta, qualche cazzotto volava pure, ma una volta eletto il sindaco le liti finivano e tutto ritornava alla normalità.
Per quattro anni si andava d'amore e d'accordo con l'opposizione che non si opponeva poi più di tanto, anzi, se c'era qualche problema nella maggioranza, dava pure una mano.
Un giorno, però, accadde quello che nessuno poteva immaginare dato che venne eletto un sindaco benvoluto da tutti, ma che aveva un piccolo problema (adesso lo chiameremmo conflitto d'interesse): una delle due impiegate del piccolo comune, e si sa che in queste piccole comunità gli impiegati erano tuttofare e quindi un po' padroni degli uffici, era sua moglie.
Nell'entusiasmo del momento, nessuno pensò a cosa avrebbe portato questa situazione, ma fu un grande errore, perchè se è vero che in Municipio comandava il Sindaco a casa, di solito, comandavano le mogli e in questo paesino non si usciva da questa logica.
Qualcosa si percepiva nell'aria, ma niente era successo fino ad allora, quando, all'improvviso, l'impiegata in questione, sicura del fatto che la sua situazione la metteva al riparo da rimproveri superiori, cominciò a comportarsi in modo strano, a confondere i ruoli e questo portò a liti tra le due impiegate e a proteste da parte dei cittadini, che subivano questa situazione.
Non era possibile andare avanti così e il sindaco fu costretto ad intervenire per riportare nei ranghi l'esuberante consorte, che non prese affatto bene la cosa, anche se in municipio dovette abbassare la testa.
Si sa il paese era piccolo, e tutti abitavano raccolti nelle case intorno alla piazza e, quando qualcuno alzava un po' la voce, tutti potevano sentire e quello che quella sera veniva dalla casa del sindaco e, nonostante le finestre fossero stranamente serrate, non erano certo sussurri amorosi, anzi qualcuno giurò di aver sentito anche rumori di piatti rotti.
L'impiegata il giorno dopo tornò regolarmente al lavoro, ma non il sindaco, che stranamente, essendo in estate, era a letto influenzato, di un'influenza talmente debilitante che lo portò a rassegnare le dimissioni.