Gentile Sig. Berghella,
 Ho letto con molta attenzione la sua lettera cercando di cogliere il  senso concreto delle sue parole e delle sue critiche nei miei confronti.
 Davvero mi sfugge il senso delle sue parole: secondo lei da Italiana  residente all'estero non ho il diritto di aderire alla costituente del Parco  della Costa Teatina? E poi essere la prima firmataria e' davvero una colpa?
 Primo firmatario, secondo o terzo... non sono discorsi che mi  appartengono. Se lei e/o l'amministrazione di cui lei fa parte, crede  nel Parco della Costa Teatina allora aderisca e si dia da fare con  noi in uno spirito di cooperazione. Se invece vuole criticare chi prende  iniziative, allora continui pure a seminare zizzania. Le mie convinzioni di
 certo non cambieranno per via delle sue critiche, anzi, ne usciranno rafforzate.
 Ho il sospetto tuttavia di essermi imbattuta, per l'ennesima volta,  nella politica delle chiacchiere, dei forse, dei distinguo  e non in quella della chiarezza.
 Se Lei (e/o la sua amministrazione) e' contrario al parco, lo dica  chiaramente.
 Se Lei (e/o la sua amministrazione) e' favorevole alla piattaforma della MOG  con desolforatore incorporato, lo dica chiaramente.
 Spieghi ai suoi elettori e spieghi il perche' del no o del si al parco, o al  petrolio. Saranno gli elettori a giudicare alle prossime elezioni.
 In tutti questi mesi in cui ho girato la costa teatina, la stragrande  maggioranza delle persone si e' espressa a favore del Parco,  come modo per proteggerci da petrolizzatori e da speculatori di  vario genere, interessati solo a cementificare San Vito e il resto della costa,  come i signori della Pagliaroli group.
 Il mio volere il Parco della Costa Teatina e' una conseguenza naturale  del mio impegno antipetrolifero, che dura tre anni e che faccio gratis,  per amore e senza nessun ruolo ufficiale.
 Le ricordo che la sottoscritta e decine di volontari, hanno  salvato - per ora - San Vito dalla petrolizazione.
 Mi domando invece cosa stesse facendo lei, da  assessore, quando la MOG si portava avanti con il suo lavoro per  trivellare la costa davanti a San Vito.
 Mi domando cosa stesse facendo lei, quando venne fuori che le macchie di  catrame apparse nella spiaggia "Il Turchino" erano effettivamente  idrocarburi. Si voleva denunciare il WWF perche' si era chiesto da dove  venivano quelle macchie, ma poi si ebbe paura di indagare ulteriormente per  capire se di quelle macchie di petrolio fosse responsabile la MOG.  La  politica all'incontrario, forte con i deboli e debole con i forti.
 Mi domando, se quando la MOG ha depositato gli atti del suo progetto al comune lei si e' preoccupato di leggerseli.
 Io si, li ho letti - tutte le 300 pagine, fitte fitte, di notte, rubando il tempo alla mia vita personale e ho fatto lo stesso per tutti gli altri pozzi previsti per la costa teatina.
 Da semplice cittadino ho sensibilizzato la popolazione, facendomi il giro dell'Abruzzo, ho espresso il mio disappunto al Ministero, ho incoraggiato la provincia a scrivere i suoi testi, ho aiutato altre  persone a fare altrettanto, ho contattato la stampa nazionale e internazionale,  e ho telefonato e scritto email piu' volte al direttore dell'UNMIG, a Roma.
 Io sono un semplice cittadino e ho fatto tutto questo, mi chiedo se lei che ha la responsabilita' politica abbia fatto anche una minima parte di tutto ciò.
 Mi domando infine cosa farà o sta facendo lei in concreto per gli altri pozzi che ancora  incombono sulla costa teatina e per i quali il Ministero non si e' ancora espresso.
 Infine, le ricordo che in California l'ambientalismo e' considerato un vanto e un onore da cittadini e amministratori.  In California e' vietato trivellare a 160 km  da riva. Abbiamo vietato le buste di plastica, ricicliamo il 60% dell'immondizia, non abbiamo inceneritori, la costruzione di centrali nucleari e' vietata per legge, il governo passa incentivi sull'acquisto di macchine elettriche, l'energia verde da lavoro a piu' di un milione di persone e abbiamo le leggi più progressiste del mondo riguardo il cambiamento climatico.
 Distinti saluti,


 Maria R D'Orsogna