Giorni fa ci sono state le dimissioni del presidente dell'ASD Basket San Vito. Le redini della società sono state riprese dall'ex presidente Renato Fulgente che si è assunto il non facile compito di traghettare la squadra, attualmente terza in classifica, fino alla fine del campionato. Faccio a lui e alla dirigenza un affettuoso augurio di sopravvivenza, perchè mi rendo conto delle difficoltà a cui la società sta andando incontro.
La squadra di C2 è forte, vince, ma gli spettatori sono pochi e se pensiamo che venerdì sera ce n'erano di più alla palestra di via Dante dove giocava l'U17, la cosa diventa preoccupante.
Disaffezione dei tifosi? Forse! Ma dove devono andare prima i tifosi se c'è una concomitanza? Ma è possibile che un paese come San Vito, dove le risorse, soprattutto economiche, sono scarse debba vedere ben tre società di basket? E' possibile assistere alla frammentazione di risorse umane, sociali ed economiche in questo modo? Possibile che non si riesca a fare un discorso più ampio che vada al di là di certi egoismi personali o di gruppi?
Mi rendo conto che il discorso non è semplice, ma se la storia serve a qualcosa non dovrebbe essere difficile ricordare cosa è accaduto con i cori flokloristici e a cosa hanno portato le divisioni "culturali". I cori sono scomparsi e, tempo qualche anno, anche il basket rischia di fare quella fine.
Ma mettendo insieme le persone di buon senso, e ce ne stanno a San Vito, non dovrebbe essere difficile prendere una strada migliore e diversa.
Tutto questo discorso, però, può essere vanificato dal fatto che questo Comune non possiede una struttura idonea e che l'anno prossimo, sette o otto mesi per intenderci, con le modifiche regolamentari imposte dalla federazione la palestra di via Dante rischia di non essere omologata! E l'amministrazione comunale che è al corrente di questa situazione che fa? Promette. Ma tutti sanno che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
Da voci di piazza si sa che il delegato allo sport sta facendo pressioni sull'amministrazione di cui fa parte, ma che i risultati non siano incoraggianti.
Vorrei dare un consiglio al delegato allo sport e lo faccio lo stesso anche se so che non sarò ascoltato: riconsegna la delega al sindaco, tanto per quel che produce averla o non averla è la stessa cosa.