Storie dell'Italia di una volta

Il declino 

   Con le dimissioni del sindaco e il rientro nei ranghi delle due impiegate la vita riprese tranquilla nel nostro paesino, dal nome caratteristico di Roccacastello, ma che per semplicità tutti chiamavano la Rocca.

   Con l’arrivo degli anni sessanta e del cosiddetto boom economico le cose presero strade non certo facili per il nostro paesino.

   Dal punto di vista politico il potere passò in mano, come già era in quasi tutta l’Italia, alla DC, ma questo non bastò, nonostante l’arrivo di molti soldi elargiti a pioggia dalla politica per opere pubbliche, come per esempio i bagni pubblici, che dovevano costare poco e che invece costarono moltissimo e che non servivano a nessuno, a salvare la comunità dallo spopolamento.

   I pochi negozi del paese furono chiusi e la gente cominciò a trasferirsi nei centri vicini più grandi e con maggiori prospettive di lavoro e, perché no, di svago.

   I bambini non nascevano più, perché le poche mamme del paese andavano a partorire in ospedale, i giovani diminuivano costantemente e il paese stava diventando un ricovero per anziani.

   Certo che se guardiamo alla situazione odierna della nostra San Vito, non è che il quadro sia tanto differente.

   Ma torniamo in montagna.

   Alcuni cittadini del nostro paesello si accorsero che qualcosa non andava e decisero di dare una svolta alla loro vita a partire da quella politica.

   Messe da parte le ideologie, si unirono e decisero di partecipare alle elezioni comunali che si sarebbero svolte di lì a poco e per far ciò scelsero il nome di un fiore tipico della zona: la genziana.

   La cosa non sconvolse più di tanto i maggiorenti della DC, partito che aveva avuto più del 60% dei voti alle passate amministrative e tra sorrisetti ironici e di scherno costoro pensavano di poter fare un solo boccone, anzi un solo bicchiere di quella genziana, considerata più un amaro che una lista da temere.

   Il giorno dello spoglio il risultato fu traumatizzante per alcuni e clamoroso per altri: perfetta parità e poiché la ripartizione dei seggi non permetteva né alla DC né alla Genziana di amministrare, si decise di tornare a votare il più presto possibile. (continua)